domenica 11 marzo 2012

Pomeriggio di sole

Tutto è partito dalla mia curiosità, nel momento in cui io - che non sono affatto un tipo paziente - ho finalmente potuto accogliere tra le mie braccia Piccolo Uomo.

Intendiamoci, quello vero. Non il batuffolo immaginato per tanti mesi, ma il Piccolo Uomo reale: naso schiacciato, guance rosse e tutina azzurra troppo grande.

E io - Piccolo Uomo fattene una ragione, la mamma è un tipo così - a fare la domanda da un miliardo di dollari: tu chi sei?
Attenzione.
Tu chi sei, non chi sarai.
Insieme da poche ore, intuivo l'incontro tra un piccoletto che cominciava a raccontarsi e una famiglia pronta ad ascoltare.

18 mesi dopo, come esser passati due volte dalla casella del via rispetto al tragitto da semplice inquilino nella mia pancia, te l'assicuro: è uno spasso scoprire ogni giorno chi sei.

Oggi, io e te soli a inventarci un pomeriggio di sole, ho visto come ci guardavano ridere tra la folla.
Piccolo Uomo, continua così!

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Ascoltare e raccontare, è un po' la stessa cosa. Bisogna essere disponibili, lasciare sempre l'immaginazione aperta (Antonio Tabucchi)