lunedì 20 maggio 2013

Zia Ecca, ovvero quando la vita ti sorprende

Per cogliere alcuni doni occorre tempo, pazienza e una grande capacità di sentire. Sono doni rari, pianticelle da innaffiare e accudire, capaci di resistere anche quando le dimentichi sotto il sole cocente o le bagni con troppe lacrime. Sono scatole colorate sotto l'albero di Natale da aprire in velocità, perché intuisci che quel che troverai è più di quello che avevi chiesto.

Zia Ecca era nascosta in una di queste scatole, forse la più brutta, quella tutta grigia e impolverata: la scatola del mio ufficio. Quel luogo da cui non ho ancora saputo allontanarmi, ma con il quale ho avviato una civile convivenza, non felice ma almeno più consapevole. Undici anni fa Ecca-non-ancora-zia si affaccia sulla porta del mio ufficio: sorriso smagliante (pensavo avesse una paresi da quanto sorrideva) e passo sicuro di chi sa muoversi nel mondo. Io la studiavo dal mio angolo, incuriosita di vedere come si sarebbe mossa nelle sabbie mobili. All'inizio circospetta come sempre, l'ho studiata ben bene prima di decidermi a darle fiducia e a rivelarmi per come sono veramente. E pian piano ci siam prese le misure, capite, confidate, aiutate, tenute per mano nei momenti difficili, persino visualizzato contemporaneamente un uovo d'oro per proteggerci dalle energie negative di un capo impossibile (e ha funzionato, lo giuro!).
E certo, abbiamo anche litigato di brutto, di persona e al telefono, anche se lei odia non affrontare le cose di persona, ma io - ormai lo sapete - non so aspettare, ehm ehm. Io e lei proviamo a dirci tanto se non proprio tutto, anche le verità scomode, anche le cose spiacevoli, quelle che fanno male, perché anche questo è un modo per crescere e costruirsi. Perché se sai di avere di fronte una persona leale e sincera ti senti al sicuro, forse quello che verrà fuori potrebbe non piacerti, ma sul lungo periodo ti farà bene, lo sai già. Siamo diventate un duo di quelli insoliti quanto inossidabili, tanto che qualche collega distratto finiva per chiamare l'una col nome dell'altra. Che poi essere un duo non è facile, vabbè.

Insomma, che vuoi di meglio di un'amica fidata seduta alla scrivania dietro alla tua? Happy end, no?!? Beh, ecco la vita non procede in linea retta, quasi mai, e ci siam trovate a prendere sentieri diametralmente opposti, senza volerlo veramente. Il mio tempismo poi è proverbiale, una su tutte: io e Papà Gabbiano ci mettiamo undici anni prima di decidere di sposarci e ovviamente lo facciamo proprio quando lei si trova a raccogliere i cocci del suo matrimonio. Che poi lei c'era anche quel giorno, ma nelle foto sembra la zia ultracentenaria di se stessa, oh manna manna.
E seguono anni difficili in cui sarebbe stato più facile per entrambe allontanarsi, l'altra è uno specchio spietato in cui riflettersi, non fa sconti: io vivo anni complicati all'inizio del matrimonio, lei fa i conti con i suoi cocci, io non sopporto più il mio lavoro ma non so svoltare, lei nemmeno ma è capace di cambiare la prospettiva, io abbandono la rabbia che da anni mi accompagna e mi sento pronta a diventar mamma, lei accarezza la mia pancia appena arrotondata mentre porta con nonchalance le borse pesanti del pc per non farmi scoprire dal capo di cui sopra, anche se sente ancor più forte lo struggimento lo so, io mi trovo a piangere tutte le mie lacrime per una pancia improvvisamente vuota, lei poco dopo mi trascina con sé a rigenerarmi in montagna grazie a un seminario di yoga e altre amenità chakriste che entrambe adoriamo. E l'elenco è lunghissimo, potrei continuare per ore, ma saltiamo alla fine: ho prima una bella pancia tonda, e poi una seconda, lei fatica ma non molla, io accolgo. Spuntano fuori prima Piccolo Uomo e poi la Gattina, lei invece non ha ancora cuccioli suoi. 
 
A questo punto - direte voi - l'amicizia si è rotta. Come si fanno a conciliare i ritmi delle poppate ogni tre ore con il tempo libero di chi può decidere uscendo dall'ufficio di organizzarsi aperitivo+cinema? Come non fraintendersi quando una si lagna di non riuscire a farsi con calma una doccia e l'altra singhiozza di avere troppo tempo libero? Come si fa a non allontanarsi quando la vita dell'altra a tratti ti sembra più semplice/desiderabile/facile della tua? Come si fa a non dirsi a vicenda le parole più feroci: tu non puoi capire!
E invece no, non è andata cosi, forse non possiamo capirci fino in fondo, ma sappiamo sentire. Sappiamo comprendere. Stiamo imparando ad accogliere. Il trucco è tutto qui.

Oggi zia Ecca fa parte della nostra famiglia, zie di sangue o di cuore conta solo l'amore. Ha avuto il coraggio di propormi per due anni di fila vacanze al mare noi due sole con un Piccolo Uomo entusiasta di tante coccole e attenzioni (è sopravvissuta e ha pure imparato parecchio, eh eh). Si muove agile nella mia cucina, tante son le volte in cui mi ha detto: vengo a cucinarti qualcosa, così tu tiri il fiato e magari facciamo due parole. Anche se poi non ci riusciamo mai perché il piccoletto la vuole tutta per sé... zia Ecca viene a giocae con meeee. Lei è la sua madrina perché a chi altro affidare tuo figlio se non agli amici fidati che sai lo ameranno come lo ami tu?
Poi pazienza se Zia Ecca lo vizia tremendamente e compra Autosprint ad un piccoletto di 32 mesi... lui mi ha appena mostrato orgoglioso un collage fatto con i ritagli del suo eroe Alonso sulla Ferrari. I suoi occhi brillano, questo conta. Anche quando percorri sentieri diversi, la vita ti sorprende :)

Buon compleanno Zia Ecca, se annusi l'aria sentirai che il vento sta girando.

 


giovedì 16 maggio 2013

2 mesi

Oggi son 2 mesi.
2 mesi che mi dormi addosso, a pancia in giù con le braccia stese sui miei fianchi, totalmente abbandonata, con il respiro che pian piano si sincronizza al mio.

2 mesi che mi respiri accanto, che piangi piano piano per suggerirmi che hai fame e poi ti calmi appena sei sul fasciatoio perché da lì puoi osservarmi con i tuoi occhioni inizialmente liquidi e ora sempre più vispi.

2 mesi in cui mi sembra di non far altro che crescervi, allattarti, cambiare pannolini, svegliarmi in piena notte, controllare la bilancia, avviare lavatrici, rincorrere tuo fratello per tutta casa mentre saggia la mia capacità di resistere alle provocazioni.

2 mesi da quella notte in cui impaziente chiedevo al tuo papà se saremmo arrivati in tempo in ospedale.

2 mesi che mi son serviti a capire che la prova più ardua che devo affrontare come madre è allenare la mia pazienza. Tanto che tuo fratello mi ha suggerito di comprarla al supermercato...

Oggi, Gattina mia bella, son passati due mesi da quando ci siamo guardate per la prima volta negli occhi e già mi chiedo come fosse il mondo prima di te. Sicura di non esserci da sempre?

E visto che ormai ti sarai abituata ad avere una mamma chakrista... grazie per averci scelto. Tu sai cosa intendo.

Un bacio,
la tua mamma