martedì 30 ottobre 2012

Mangio. Prego. Amo. (e leggo, che male non fa)

Leggo e osservo. Leggo e scrivo poco. Leggo e medito sui post in cui inciampo. Leggo e commento veloce dall'iPhone i blog salvati come preferiti: dall'autobus, dal sedile del passeggero dell'auto di Papà Gabbiano, dal divano la sera dopo aver messo l'antifurto e chiuso le persiane, persino da sotto le coperte.

E di cose da dire ce ne sarebbero, ma le mie giornate e i miei pensieri corrono veloci, troppo veloci per riuscire a fermarli. E poi è così importante trattenere il fiato per qualche secondo, imparare a tacere e ascoltare... atteggiamento che vorrei coltivare ma che fatico parecchio a mettere in pratica.

Secondo voi sono gli ormoni? O è il "mio" mondo a ruotare sempre più vorticosamente? O semplicemente son lenta io a stargli dietro? Chissà.

Il bello di cambiare prospettiva più spesso del solito è... vedere qualche passo oltre l'orizzonte intravisto solo ieri e annusare il profumo della novità. Magari fa meno paura. Magari non medito inutilmente, chissà.

PS il mio pensiero va oggi ad A., anima semplice che in tanti anni ho solo saputo incrociare. Buon viaggio verso la Luce, ovunque sia. E grazie per aver lasciato in dono a chi resta una luce che torna a filtrare, noi sappiamo bene quanto sia prezioso per chi rischia di rimanere al buio. Grazie.

mercoledì 24 ottobre 2012

Over quota error

Toc toc, ci siete?
Io sì, cerco di recuperare un po' di energie e assorbire le tante novità di questo periodo, ahimé 3/4 sono un filo pesanti da digerire.

Io e la mia panzotta stiamo bene, Piccolo Uomo e Papà Gabbiano pure, il resto è rumore di fondo no? Almeno sto cercando di convincermi sia così.

Diciamo che son messa come la mia casella e-mail dell'ufficio: tutto è troppo pieno, affollato e caotico, c'è troppa roba dappertutto. Prima di andare in tilt mi fermo e dichiaro: mailbox full, over quota error.

Sto provando a pulire l'hard disk delle mie giornate, elimino ciò che non è essenziale, getto nel cestino i file obsoleti, scelgo il file su cui vale la pena di lavorare e intanto avvio l'antivirus che di sicuro qualche parassita è nei paraggi... vediamo se funziona, di sicuro far spazio a quel che sarà e inseguire la leggerezza non può che farmi bene.
Se ci riesco.

martedì 9 ottobre 2012

9 su 10

CRL. BPD. FL. AC. Settimane di gestazione. Curve di accrescimento. Biometria fetale. Percentili. E poi... app per iPhone, calcolatori on line, blog forum e community, ticker per il countdown.

Quando per la prima volta mi son trovata ad avere un inquilino nella pancia mi si è aperto un mondo, avevo l’urgenza di esplorare, conoscere, scoprire. Sete di sapere, come se poi la rete e tutte le informazioni che lì potevo raccogliere potessero realmente proteggerci dal bau-bau, dal lupo cattivo delle fiabe, dal timore della perdita. A dire il vero avevo anche tanto, tantissimo tempo da far passare: 4 e più lunghissimi mesi da balena spiaggiata, alternando letto e divano, mentre osservavo cadere la neve in giardino e tenevo il gatto sulle ginocchia, skype sempre acceso. È lì che ho capito perché si dice ASPETTARE un figlio.

Poi le cose son migliorate, mi sono riappropriata della mia vita di sempre, ma è rimasta la tentazione di analizzare (ehm ehm, leggi: controllare) tutto. Tranquilli, ci ha pensato lui, il nostro Piccolo Uomo, a stravolgere ogni equilibrio e ricordarmi che il Mistero è per sua natura imponderabile… e, ve l’assicuro, veder passare 3 giorni tra l’induzione del parto e la sua nascita han fatto cadere le ultime illusioni.

Adesso che la mia pancia è nuovamente abitata molte cose sono cambiate. Sbircio pigra qualche pagina web, consulto ogni tanto l'app che calcola settimane+giorni molto meglio della sottoscritta, dimentico di prenotare la prossima visita dal gine, continuo a leggere parecchi blog, quello sì. Certo, ripeto un'esperienza già vissuta e inseguo quotidianamente il piccoletto, ma la sostanza è un’altra.

Oggi vivo pregustando la prossima ecografia, le immagini della meraviglia che cresce in me. Voglio solo osservare il suo cuore che pulsa veloce, le sue manine che coprono gli occhi, gambe e braccia che si divincolano dall’abbraccio dell’ecografo. Voglio vivere la consapevolezza del miracolo che porto a spasso ogni giorno.

Venerdì ti guardavo agitarti sul monitor e ripetevo a Papà Gabbiano e al gine che è davvero una meraviglia, uno spettacolo che mai mi sazierei di guardare. Avrei voluto farti una carezza, ma ho imparato ad aspettare. E mentre ero lì che ti ammiravo mi sono scordata di tutto il resto: del lavoro sempre più in bilico, della casa perfetta che cerchiamo da anni nemmeno fosse il Santo Graal, della fatica nel trovare la chiave giusta che apra la toppa delle relazioni che mi appesantiscono.

Poi il gine ci ha detto: 9 su 10 è una femmina, ve lo confermo alla prossima eco. E il mio cuore ha cominciato a volare all'impazzata perché sì, questa volta non abbiamo solo desiderato tu fossi in salute, ma abbiamo persino osato sperare che fosse una ragazza l'intrepida che si è messa sul nostro cammino. E se a tutti racconto che son contenta di fantasticare su fiocchi per capelli e ruches nei vestiti, la verità è anche un'altra: sono contenta di immaginarti bambina perché è la prima cosa che so di te e, lo so, vuol dire poco o niente, ma già mi sembra di sapere qualcosa. Ci conosceremo, pian piano, se vuoi inizia pure a farti un'idea su di me e Papà Gabbiano, io ti anticipo che incontrerai un tipo in gamba: tuo fratello.

Benvenuta a bordo e che l'atterraggio sia lieve.
Un bacio, la tua mamma