martedì 30 aprile 2013

Da FigliaUnica a Mammadi2: istruzioni per l'uso (parte 1)

Scrivo poco, pochissimo, portate pazienza, ma quando ho cinque minuti liberi cerco di dormire, lavarmi, giocare con Piccolo Uomo, leggere i vostri blog, cucinare, wazzappare le amiche. Non necessariamente in questo ordine.

Da diversi giorni ho in mente questo post ma non riesco ad arrivare al pc, santo iPhone adesso mi permette di trasformare i pensieri in parole mentre sfamo la Gattina. Guardate che tra pappa della pupa e febbrone del pupo son sveglia da quasi due ore e fuori è ancora piuttosto buio, quindi potrei essere più sconclusionata del solito, sorry.

Ecco, il mio vorrebbe esser un post di servizio, per chi come me è figlia unica e un giorno fa il salto e... oplà, diventa Mammadi2.
No, perché ve l'assicuro qui c'è parecchio da imparare!
E vi assicuro che specialmente nelle ultime settimane di gravidanza ho fatto le mie belle ricerche in rete, ma ho trovato poco. O forse non so cercare, boh. O forse la vita vera è un'altra cosa, ehm ehm.

Oggi partiamo dal principio.
Lesson number one: cosa vuol dire gelosia tra fratelli quando la differenza d'età è poca.
Ecco, forse son tonta io, ma pensavo che la gelosia tra fratelli fosse un dolore sordo nelle viscere del più grande che l'avrebbe portato a gesti inconsulti tipo cercare di soffocare la soejna fingendo di sbaciucchiarla, morderle i piedini con nonchalance o urlare come un forsennato in auto nel vedere un secondo seggiolino accanto al proprio.
E invece no, almeno qui a Villa Microbica.

Qui la gelosia ha una faccia più rosea, sbiadita, dai contorni sfumati, ma non per questo va fatta meno attenzione.

Qui la gelosia non è verso la soejna
verso la quale Piccolo Uomo è spesso e inaspettatamente premuroso e affettuoso (persino Hannibal Lecter si commuoverebbe a vederli), ma la gelosia è tutta nei confronti di mamma.
E fa fare cose strane, che a pensarci dopo fan tenerezza, ma sul momento sfiancano e fan vacillare le mie certezze.
Ad esempio Piccolo Uomo cerca di attrarre e reclama in ogni modo la mia attenzione: e così lo ho visto trasformarsi e incominciare ad alzare le mani per ribellarsi a mie richieste insensate come - che ne so - lavarsi le mani prima di pranzo, assaggiare le verdure che ha nel piatto o mettersi la giacca per uscir di casa, ahhh. E poi io contavo di dare in outsourcing a nonni e papà almeno il suo cambio dei pannolini e le operazioni mattutine di lava/vesti/pettina e invece no, se lo faccio io tutto fila liscio se no son capricci a go-go. Avete presente quanti pannolini cambio ogni santo giorno? Non ve lo dico, il numero fa paura, e sappiate che la scorsa estate gli avevo quasi tolto il pannolino e poi siam tornati indietro, vabbè.

La gelosia per la nuova arrivata fa anche fare però cose molto tenere, cambiando improvvisamente abitudini: a 30 mesi Piccolo Uomo ha iniziato a chiedere un bibe di latte prima della nanna, mi tiene la mano a lungo ed è sempre seduto accanto a me facendosi persino sbaciucchiare proprio lui che è allergico alle smancerie, diventa ubbidiente e mansueto quando io e lui da soli facciamo qualcosa, alle 4 di notte mi chiede di spalmare pure a lui la crema della soejna sul viso, perché forse voi non lo sapete ma secondo Piccolo Uomo la crema bio alla calendula non lenisce solo l'acne neonatale ma fa miracoli anche col febbrone che lui ha da ieri pomeriggio :)
E quante altre cose potrei dire!

Ecco, io non l'immaginavo affatto così, son figlia unica e perciò totalmente inesperta in materia. Questa forma di gelosia mi sfianca e affatica perché il tempo per me è sempre meno e le energie richieste sempre più, ma non appena passa la stanchezza mi emoziono e sorrido ancora di più: come si fa a non amare pazzamente i miei due piccoletti che ogni giorno mi insegnano qualcosa e sanno farmi diventare una persona migliore, più paziente e piena di energie?!?

Non faccio promesse da marinaio, ma appena riesco posto qualcosa anche sulle altre scoperte da neo-Mammadi2, come saper chiedere aiuto. Un must.

PS ringrazio i tanti che mi hanno incoraggiata e sostenuta in queste prime settimane di allattamento difficile: io e la Gattina facciamo grandi progressi, da 5 giorni non tiro il latte ed è tutta tettadimamma, yeppy yeh! Grazie anche a chi ha inventato i paracapezzoli, ih ih.

venerdì 19 aprile 2013

5 x 36

1) Una doccia senza tendere l'orecchio oltre la porta per poi - voglio esagerare - stendere un velo di olio sul corpo.

2) Un biglietto del cinema per lo spettacolo del giovedì ore 20 e, a seguire, la prenotazione di un tavolo per cinque, secondo lo schema consolidato del cine con le amiche.

3) Il cordless in mano e nessuno che mi interrompa per chiacchierare del più e del meno con un'amica. Fino a quando non mi si secca la gola.

4) Una serata noi due soli, io e Papà Gabbiano, in cui sia fuorilegge parlare di capricci, allattamento o traslochi.

5) Tempo per oziare, sognare e sentirsi un po' come il navigatore dell'auto... giusto il tempo di aggiustare il tiro e ricalcolare il percorso.

Oggi compio 36 anni, la Gattina tra una settimana arriva ai fatidici 40 giorni... dite che nel prossimo anno mese riuscirò a raggiungere uno di questi obiettivi?!?

giovedì 18 aprile 2013

#ChiacchiereCoiPupi: piccole speranze

Guarda Piccolo Uomo, adesso proviamo a mettere la Gattina dentro alla fascia, proprio come portavo te da piccolino! Adesso ti faccio anche vedere una tua foto nella fascia!

Sììì, fammi vedee. Mamma, mamma... dove è la soejna? Dentro la tua pancia?!?

No, tesoro, la sorellina ormai è uscita dalla pancia ed è qui con noi, ehm ehm.



giovedì 11 aprile 2013

Nei miei pensieri e nel mio cuore

Oggi ti penso.
Oggi come ogni anno, l'11 aprile, da 14 anni.

Ma poi la verità la sai meglio di me... io ti penso ogni singolo giorno: quando spengo la luce e dal comodino spunta la foto in cui ridiamo abbracciate, o quando allatto la Gattina e mi fai cucù dalla cornice sopra al divano, quando pranzo in cucina e mi vedo attorniata dalle zanzare nel tuo disegno incorniciato a parete.

Che poi col tempo ho imparato a vederti dove sei più di ogni altra cosa al mondo: nella pancia quando rido a crepapelle, negli occhi quando mi emoziono al cinema, nelle braccia quando stringo un'amica, nelle orecchie quando guido a notte fonda ascoltando una canzone, nelle narici quando annuso l'odore di buono che sale dalla pelle morbida dei miei bambini, sulle mie labbra quando assaggio il primo gelato della stagione.

E poi ancora... ogni volta in cui combatto la paura e spiego le ali per tuffarmi in una nuova avventura, quando sono gentile con uno sconosciuto, o ancora mentre tento di fare qualcosa che possa essere d'aiuto ai bambini che percorrono sentieri tortuosi come il tuo.

Sicuramente ti ho pensata nell'istante in cui ho partorito i miei due figli, perché ho sentito nelle viscere come Vita e Morte siano vicine, i due volti della stessa Rinascita.
Ti penso ogni giorno, perché vivo.

Ovunque saprai vedermi, io sarò con te.


lunedì 1 aprile 2013

#Miti da sfatare: allattare è una sciocchezza

Eccomi. Sempre presente. Ancora viva. Con poco poco pochissimo tempo per me, tette sempre al vento e un cespuglio tra i capelli, ma al momento ancora abbastanza sorridente e con nemmeno troppe lacrime all'attivo (ormoni, non mi avrete!).

La Gattina (da oggi la chiamerò così, Piccola Stella vi ha davvero confuse ih ih... e poi lei ha occhi e labbra da gattina, vi giuro) ha ormai 18 giorni e dorme parecchio, Piccolo Uomo è più testardo e capriccioso del solito ma non ha (ancora) attentato all'incolumità della soejna , Papà Gabbiano è in ferie fino a domani e secondo me non vede l'ora di tornare al lavoro, io ho un sonno pazzesco e molta voglia di uscir di casa ma resisto.
Uno scenario quasi idilliaco se non fosse per... l'allattamento. Un dettaglio se hai un neonato per casa, argh.

Premessa: i miei sono una specie a parte, forse figli più della tecnologia e del silicone che miei, io non lo so, ma NON sanno cosa farsene del lattuccio di mamma. O meglio, del lattuccio diciamo di sì, ma della tetta proprio no.
Per nove mesi ho fatto la spavalda dicendo a tutti che con la Gattina sarebbe inevitabilmente stato più semplice che con Piccolo Uomo e... invece no. Anzi.

Dopo il lunghissimo e rocambolesco parto di Piccolo Uomo (vi dico solo che l'ostetrica che lo ha fatto nascere si ricorda perfettamente di noi dopo ben 30 mesi, no comment) il piccoletto aveva avuto parecchi problemi tra liquido amniotico sputacchiato per giorni e giorni, incredibile sonno post stress da parto difficoltoso etc. Quindi io - che ci tengo moltissimo ad allattarli con latte materno, non solo per le sue proprietà ma perché il latte di mamma è un mondo e non è solo latte - ero partita all'attacco con tiralatte anche 8 volte al giorno, gli davo un bibe di latte mio dopo averlo attaccato al seno con i paracapezzoli, visite dall'osteopata e consulenti per l'allattamento... insomma, chi più ne ha più ne metta. Roba da perderci la testa!

E io rispetto le mamme che per scelta o per necessità allattano con latte artificiale, ma io desideravo tanto dargli il latte di mamma. E come è noto la mia testa è bella dura e Piccolo Uomo fino alla fine del sesto mese ha preso anche latte di mamma. Happy end.

Con la Gattina mi son detta: è nata in un quarto d'ora... sarà una sciocchezza, una vera passeggiata. E invece già in sala parto la ragazza non cercava il latte di mamma, poi sonno incredibile, poi liquido amniotico sputato per tre giorni, poi non riusciva ad attaccarsi né a muovere correttamente la bocca, poi nemmeno il Das o altri aggeggi per neonati ripetenti sembravano funzionare, due belle ragadi causate da attacco scorretto... in pratica si è ripetuto un copione molto simile al precedente.

Ovviamente son comunque andata in crisi, ma la differenza è che col secondo figlio HO IMPARATO A CHIEDERE AIUTO, SUBITO: ho inseguito ogni singola puericultrice del nido, son tornata a casa dopo ben 5 giorni affiancata da un'ostetrica, l'osteopata ha visitato la Gattina che lei aveva solo 10 giorni, mi son subito presa cura delle mie ragadi invece di sopportare stoicamente, usiamo un biberon speciale che fa da palestra per imparare a prendere il latte al seno, prendo tempo per riposare e non cucino da due settimane.

Al momento non abbiam fatto grandi progressi, ma qualche piccolo passo sì. E ne gioiamo. E grazie al mio amico/nemico tiralatte son riuscita ad avere tanto latte da poterla allattare con latte materno. Ok ok, latte materno dal biberon e non al seno, non siamo perfette vabbè. Nemmeno ci interessa esserlo, forse.

E poi ho imparato un'altra lezione: per avvicinarci ai nostri figli nuovi di zecca bisogna prima togliersi le scarpe e lasciare pregiudizi e aspettative sullo zerbino: ognuno di noi ha i suoi tempi, ritmi e capacità, è così fin da piccolissimi. Se dare ci sembra difficile, anche ricevere non è una passeggiata. E il latte di mamma è pura relazione e richiede pertanto degli aggiustamenti, come in tutti i rapporti tra individui.

Mamme di tutte le età, non cascate nel tranello: allattare al seno non è una passeggiata né la cosa più naturale del mondo. Se siete nei guai come noi non è perché siete delle povere madri sfigate e incapaci con i capezzoli troppo piccoli/grandi/sporgenti/piatti o con troppo/troppo poco latte.
Cercate in rete e vedrete che siamo un esercito ad avere difficoltà simili. Magari potremmo incoraggiarci a vicenda e darci una mano, no?