domenica 29 luglio 2012

Un battito di ciglia

Non sono sparita, è solo che la mia mente è ancora in vacanza: i miei pensieri rotolano tra le onde e ogni tanto si stendono al sole ad asciugare, tutto qui. La mente ha semplicemente deciso di ignorare i piedi, che invece son qui a portarmi in ufficio ogni mattina, dove le mani ticchettano rapide sulla tastiera, tra una scocciatura e l'altra, tra una bella risata e tante inquietudini.

Nel frattempo venerdì sera è successo qualcosa di speciale a casa, una cosa che mi ha fatto davvero emozionare. Tanto che ci ho messo tre giorni per decidermi a scriverne sul blog
Perché scriverne è un po' come ammettere di aver smarrito qualche neurone, scordato le preoccupazioni di lavoro e, soprattutto, significa ammettere di essere spesso totalmente rapita dalla meraviglia del piccoletto.

Adesso ve lo dico... venerdì Piccolo Uomo ha fatto per la prima voltà pipì nel vasino. Inaspettatamente, lui che è sì un tipo piuttosto adattabile, ma va cauto con i cambiamenti. Lui che ha 22 mesi o poco più. Lui che solo a volte dice pipì, e spesso dopo averla fatta.
Ed è solo una pipì. E magari ci vorranno mesi per togliere il pannolino.

Ma in quel momento mi sono nuovamente resa conto della meraviglia che mi è toccata in sorte: crescere un Piccolo Uomo in autonomia, incoraggiarlo e sostenerlo nel diventare indipendente.

Che dalla pipì nel vasino alle prime vacanze da solo con gli amici sembra esserci molto spazio e invece, lo so, sarà solo un soffio o un battito di ciglia, ma è davvero una delle cose che più mi interessano al mondo.

venerdì 13 luglio 2012

#Appunti di viaggio: come sopravvivere al family hotel

Andata! Check-out fatto, perciò posso ufficialmente dire che siamo sopravvissuti, anzi è persino andata bene. E lo dico dopo ben due settimane in un "hotel per famiglie con bambini", brr.

Che se siete come me, la prima sensazione entrando in uno di questi hotel è: ohhhhhh, doppio ohhhhhh.
La seconda è chiedersi: se sono arrivata a 35 anni senza averne visto uno, un motivo ci sarà?!?

E invece no. Se avete un piccoletto - purché sia ancora piccoletto sul serio - (forse) potere ancora cavarvela.
Ecco i miei consigli:

1. Se il tuo piccoletto/a ancora non parla benissimo, fingi di non capire e sfodera il tuo miglior sorriso quando ti chiederà per la ventesima volta la ina (ndr monetina) per una delle dieci automobiline strategicamente dislocate nei punti di maggior passaggio. Oppure fai come noi, lo fai inconsapevolmente salire su un camioncino che in movimento sembra un cavallo imbizzarrito e vedrai che non chiederà più, ehm ehm.

2. Indicate decisi al piccoletto/a la spiaggia dovete potrete costruire meravigliosi castelli e fare lunghissimi bagnetti in mare. Nel frattempo accelerate il passo più che potete, saltando a pié pari la piscina a forma di laguna, giostre e giostrine assortite, il bazar che vende a peso d'oro la mascotte ufficiale, la baby dance etc etc.

3. Insegnate al piccoletto/a a riconoscere e gustare il bello. Basta noleggiare un'auto e scoprire insieme la bellezza di una caletta ancora intatta, un tramonto sul mare, una pennichella sotto i pini dopo una mattinata di sole, la bontà delle tapas invece del solito menu per bambini. O tutto ciò che più merita secondo voi.

4. Last but not least: ogni tanto date retta al grillo parlante appoggiato sulla vostra spalla e imparate ad apprezzare la comodità di avere a portata di mano seggioloni e fasciatoi, scivoli altalene e tanto spazio per correre, piscine inizialmente profonde 20 cm e soprattutto una spiaggia talmente vicina da dimenticare in camera il passeggino e raggiungerla a piedi insieme al piccoletto/a che corre.
È vacanza per tutti, anche per voi!

Buone vacanze!

sabato 7 luglio 2012

Da domani


A te,
che a 16 anni hai imparato a volare, perché non è mai troppo presto per inseguire un sogno.

A te,
che a 18 mi hai incantata con una bugia, perché quando vuoi qualcosa sai sempre come inseguirla.

A te,
che da allora mi cammini accanto, un po' tenendomi per mano e un po' inciampando, perché provi ogni giorno a domare la tua natura solitaria e ribelle alle costrizioni.

A te,
che anno dopo anno hai imparato ad apprezzare le mie idee chakriste, perché sai rispettare la libertà di pensiero.

A te,
che a 34 ti sei specchiato in Piccolo Uomo, perché a volte anche i maschi assomigliano ai papà e
vedervi insieme è cibo per l'anima.

A te,
che poco dopo sei andato a lavorare per un anno a più di 400 km da casa, perché, anche se è stata una fatica terribile e temevo di non farcela, hai saputo fidarti delle mie capacità di
mamma single part-time e alla fine tutti abbiamo imparato qualcosa.

A te,
che ascolti le mie proteste ma non rinunci a capovolgere la nostra vita, perché lo sappiamo entrambi che in fondo pure io amo vivere così.



A te,
che continui a tenermi la mano pur sapendo che da domani sarà più il tempo trascorso insieme di quello in cui hai viaggiato da solo,
buon compleanno Papà Gabbiano.



venerdì 6 luglio 2012

#Appunti di viaggio: come sedurre la vicina di ombrellone

Chi mi conosce mi avrà già sentito ripetere questa frase: sono contenta di crescere un uomo, secondo me è un esperimento sociologico.

Solita esagerazione da primipara? Orgoglio mammesco all'ennesima potenza? Ancora peggio, brr... è forse la prima tappa del lento declino da donna tutto sommato evoluta ed emancipata a madre sottomessa di maschio, una vera e propria categoria a sé a quanto pare? Doppio brr... Fingiamo che non sia così, altrimenti mi sento male. Avvisatemi in caso, mi raccomando!

Dicevo... ecco, a parer mio crescere Piccolo Uomo offre un'occasione irripetibile per osservare da vicino l'universo maschile in formazione.

Che poi - ve l'assicuro - son sempre stata la prima a far storie sostenere in maniera decisa che esser uomini o donne non vuol dir nulla, conta che persona sei. E ancora ne son ben convinta.

Il punto è che Piccolo Uomo è un tipo tranquillo, riflessivo, vivace appena prende confidenza con l'ambiente, ma inizialmente cauto.
Qui al mare ogni giorno cambiamo spiaggia, vicini d'ombrellone, ristorante etc. perciò inizialmente è timido. Ad esempio osserva gli altri bambini e solo dopo un po' li avvicina.

Ma c'è un ma, un'eccezione.
Se nei paraggi c'è una bella ragazza tra i 7 e i 25 anni, possibilmente bionda, lui si trasforma, sembra prender coraggio e diventa persino sfrontato: parte facendo gli occhi sornioni del Gatto con gli Stivali, poi fa il buffone e parlotta pur di attirare l'attenzione, si sbraccia per regalar disegni, si mette a giocare a palla sul lungomare dicendomi mamma, bia! (ndr mamma vai via!), fa persino il gradasso tra le onde sfoderando insolitamente sorrisoni e risate.
Ovviamente viene ricambiato con sorrisi e mille attenzioni. E sì, capitava già a casa, ma qui ancor di più.

E io mi chiedo e vi chiedo: ma può un Piccolo Uomo di soli 22 mesi già comportarsi così? Trasformarsi decisamente davanti a una ragazza più grande?

E anche se rido di gusto notando che fa così solo con ragazze una più carina dell'altra... vi supplico, ditemi che non sono del tutto rimbambita e che non stanno per ammettermi ad honorem tra le madri sottomesse di maschio!
Ditemi, vi prego, che sono ancora recuperabile e soprattutto che avrei reagito allo stesso modo davanti a una Piccola Donna ai suoi primi tentativi di seduzione. Ecche!!!

Dietro ad un uomo così così spesso si nasconde una madre altrettanto così così... Riuscirò a crescerlo libero da stereotipi e ruoli predefiniti?
Voi come fate?

martedì 3 luglio 2012

#Appunti di viaggio: Minorca, tre anni dopo

Prima: chiedersi dove diamine sia finita la collana colorata, quella perfetta sul top rosso fuoco che indossi solo al mare, e cercarla ovunque altrimenti è davvero impossibile chiudere la valigia.
Dopo: interrogarsi a lungo sul perché magliette così piccole occupino tanto spazio e arrendersi di fronte all'evidenza che i body senza maniche non sono MAI abbastanza.

Prima: entrare in libreria per comprare l'ultima edizione della Lonely Planet, leggere racconti e recensioni di viaggio, fantasticare sui commenti scovati in rete su calette mozzafiato e ristoranti romantici fuori dalle rotte turistiche.
Dopo: sperare che il semaforo resti rosso per altri 30 secondi, mentre nella pagina dei commenti di Booking.com selezioni la voce "famiglie con bambini piccoli", giusto il tempo di leggere un paio di recensioni (argh, l'hotel non è più solo un luogo di rapido passaggio tra la spiaggia e la serata).

Prima: comprare una crema solare fattore di protezione 8, tanto la pelle è già ambrata di suo.
Dopo: scoprirsi improvvisamente docile come un agnellino quando la farmacista ti convince ad acquistare la protezione 50+ per il piccoletto e la 30 per te, ovviamente della marca più costosa.

Prima: divertirsi, sognare, leggere e sentirsi leggera, spostare l'orizzonte dieci passi più in là, godere del bello e del nuovo insieme all'altra metà, il Gabbiano non ancora Papà.
Dopo: divertirsi, sognare, leggere e sentirsi leggera, spostare l'orizzonte dieci passi più in là, godere del bello e del nuovo insieme all'altra metà, Papà Gabbiano. E all'insolitamente scatenato Piccolo Uomo of course.

Cambia tutto, ma non cambia nulla. E la MERAVIGLIA forse sta proprio in questo!

E voi, cosa ne pensate? Qual è la vostra esperienza?