Traverso: /tra'vɛrso/ [lat. transversus "trasverso"]
agg. che interseca, taglia una linea presa come riferimento ■ Trasversale: che si dispone obliquamente rispetto ad una linea di riferimento ■ espressioni: Mettersi di traverso: fig., ostacolare l'attività di qualcuno ≈ (fam.) mettere i bastoni tra le ruote, osteggiare, remare contro.
Contrario: agevolare, favorire. (Fonte: Treccani on line)
Dopo 8 mesi di idillio, in cui non ho fatto che lodarla e dire quanto fossi sorpresa di una gravidanza così serena e senza intoppi (chi mai scorderà i quattro mesi e mezzo passati tra letto e divano aspettando Piccolo Uomo, brr...) l'Intrepida ha alzato la mano e fatto un gesto teatrale. Per essere precisi venerdì il gine ci ha detto che - senza che io me ne accorgessi, of course - ha fatto una bella capriola e abbandonato la posizione cefalica per mettersi di traverso: testa a sinistra, culetto in basso, piedi e mani raccolti sotto le mie costole in alto a sinistra. Ecco spiegati quei dolori lancinanti che mi mozzavano il respiro e impedivano anche solo di appogiarmi sul fianco, argh.
D'altronde è figlia nostra, è genetico che sia rompiballe e dica la sua: noi due sciagurati ancora non siamo riusciti a trovare un'alternativa decente (e economicamente sostenibile, ahimé) a Villa Microbica, sul suo nome siamo in alto mare e 2 notti su 3 faccio incubi terrificanti sulle paure che di giorno cerco di combattere. Secondo me si è detta: mmm, qui butta male, 'sti due non son proprio pronti, meglio che io cerchi di attirare un briciolo di attenzione... male che vada, mi metto tranquilla di lato e gli do ancora un po' di tempo per preparare alla grande il mio benvenuto!
Che poi... possiamo darle torto?!? La pupa ha pure ragione, ma temo ignori i protocolli medici: se tra 4 settimane sta ancora messa così... zac! la tirano fuori a forza con un bel taglio cesareo, pure un paio di settimane in anticipo sul previsto. Che dopo il parto indotto di Piccolo Uomo avviato di mercoledì e conclusosi alle 6.33 di venerdì... ecco, non osavo immaginare di peggio e invece.
Una cosa è certa: nonostante il mio approccio chakrista alla vita, nonostante le mie meditazioni e respirazioni yoga, nonostante il mio desiderio di un parto naturale (sì, voglio partorire con dolore, embé?!?)... qualcosa non funziona, non so proprio indicare ai miei figli quale sia la via d'uscita, sigh.
Una cosa è certa: nonostante il mio approccio chakrista alla vita, nonostante le mie meditazioni e respirazioni yoga, nonostante il mio desiderio di un parto naturale (sì, voglio partorire con dolore, embé?!?)... qualcosa non funziona, non so proprio indicare ai miei figli quale sia la via d'uscita, sigh.
Vado di cartelli stradali? Chiedo a una hostess di indicare il sentiero luminoso che indica le uscite di sicurezza? Mi appendo a testa in giù sul lampadario?
Stupidaggini a parte, se qualcuna di voi ci è passata ed è esperta di moxibustione, comunicazione prenatale o altre tecniche naturali si faccia avanti, please. Specialmente se avete indirizzi e contatti utili in Torino e dintorni. Vi sarò eternamente grata.
Sono disposta a mettermi in gioco. Perché anche se fifona di natura ormai una cosa mi è chiara: per mettere al mondo un figlio occorre chiudere gli occhi, fare un respiro profondo e poi buttarsi con fiducia dal portellone dell'aereo... in qualche modo il paracadute si aprirà.