lunedì 16 aprile 2012

Vocabolario essenziale

Piccolo Uomo parla poco, pochissimo.
A 19 mesi dovrebbe sapersi esprimere con parecchie parole, a voler credere alle tabelle che regolano la nostra vita già da piccolissimi (vi ho già detto che a 33 anni ho scoperto di amare/odiare la parola "percentile"?!? Avessi ricevuto 10 centesimi per ogni volta che mi han chiesto se rientrava nei percentili, vabbè).

Forse non sente l'esigenza di esprimersi a parole o semplicemente ognuno ha i suoi tempi, le sue inclinazioni.
E se persino io, impaziente di natura, sto imparando ad aspettare...
Diciamo che il suo è un vocabolario essenziale, un fedele specchio di quel che conta nella vita: poche cose, ma quelle giuste.
A fare un mare di parole ci siamo già noi ;)

Giusto per rileggerlo  tra qualche mese quando - così dicono - sarò travolta dalle sue chiacchiere a radiolina, voglio appuntarmi il suo vocabolario essenziale ad oggi:
  1. le prime due parole son stata ma-ma-ma (e meno male, ci mancava solo dicesse papà con tutta la fatica che ho fatto da mamma single part-time. E se le persone politicamente scorrette non vi piacciono, désolée, la rete è piena di blog) seguito subito dopo na-na-na/no-no-no. Meglio ribadirlo che un solo no magari non è convincente!
  2. poi è arrivato anche scì/sì, per mia fortuna
  3. a seguire il nome di tutti i suoi schiavi tutto il suo mondo: babà/papà, nonno, gnogna/nonna, un 1/2 ia/zia
  4. un paio di versi di animali, tra cui bau-bau, muu e coccoé. Perché si ostini a non voler dire miao pur avendo in casa un gatto... ok taccio, riconosco un'aria familiare da bastian contrario
  5. varie ed eventuali, come oh manna (ndr mannaggia), pappa, mmm (ndr acqua), brum-brum, pailla...
  6. e un esercito di be-bi, lallalà, babi, dede, babapà, che chi-ci-capisce-è-bravo, beato lui. Niente grazie né ciao, starò crescendo un selvaggio?!?
Comunque.
Piccolo Uomo ti indica l'oggetto del suo desiderio, e ti chiedi come un ditino tanto piccolo possa essere così imperativo.
Ti prende per mano e sorride fiducioso, e sai già che ti ha fregato in partenza.
Ti dice una di quelle 10 parole che sa dire, facendoti gli occhi da gatto-con-gli-stivali, e capisci che non hai scampo, finirai per fare quel che ti chiede.
Perché Piccolo Uomo raramente fa capricci o frigna. Lui ti frega col sorriso.


Piccolo Uomo però ascolta tutto. E comprende quasi tutto. Lo capisci da come agisce, anche quando pensi sia distratto o non possa capire.
E questo è un altro discorso. Gulp. Doppio gulp.

1 commento:

Ascoltare e raccontare, è un po' la stessa cosa. Bisogna essere disponibili, lasciare sempre l'immaginazione aperta (Antonio Tabucchi)